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favole, fiabe, avventure... MITI E LEGGENDE |
(Per saperne di più... INFORMAZIONI SUI TESTI E LE TIPOLOGIE TESTUALI - pdf)
Compra una cartolina.
Ogni corrispondenza nasce con qualcosa su cui scrivere. Per il classico
“vorrei tu fossi qui” modello di cartolina, puoi trovarlo in qualsiasi
albergo, in ogni angolo del mondo.
Riempi la cartolina.
Ora che hai questo tesoro fra le mani, è ora di lavorare sui dettagli: è molto semplice.
Gira la
cartolina con la foto verso il tavolo. Sarà così:
In alto a sinistra (di solito) o in basso a sinistra c’è una descrizione dell’immagine che si trova davanti. | |
In alto a
destra c'è il posto per il francobollo. | |
A sinistra
c’è l’area del messaggio, a destra l'area per l’indirizzo. La cartolina può
avere o meno delle righe. | |
Scrivi
l’indirizzo. Scrivi IN MODO CHIARO il nome e l'indirizzo del destinatario sulle righe a destra della cartolina. Non dimenticare di mettere la nazione: non ne hai bisogno se sei in patria, ma se sei all’estero sì! |
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Scrivi il messaggio. Il lato sinistro della cartolina serve a quello! |
Prima di tutto metti la data in alto.
Poi scrivi un messaggio, corto o lungo. Gli scrittori di cartoline prolissi riempiranno ogni angolo della cartolina, sia di lato che sopra che sotto. La prima regola dello scrivere cartoline è “non ci sono regole”.
Puoi essere formale, ma il più delle volte, quando si tratta di cartoline, il linguaggio è informale (confidenziale). Scrivi come vuoi al destinatario: sia “Caro Luca” che “Ciao a tutti! Vi manco?” ... Formule di questo tipo sono perfettamente accettabili!
Racconta cosa stai facendo (se conviene). La gente ama sentire storie da lontano, anche se sono fuori dal loro piccolo mondo.
Se hai molto da dire, spedisci più di una cartolina o, in alternativa, una lettera.
Saluta.
Dal momento che la formalità non è necessaria, saluta come se stessi
parlando. Ci sono le classiche formule di chiusura: “Vorrei fossi qui!” “A presto” “BACI BACI BACI!!!!” |
Lecca o incolla. Prima di spedire la cartolina, devi metterci un francobollo. Assicurati di metterne la giusta quantità in modo che arrivi a destinazione; trova una buca delle lettere e lasciaci cadere dentro la tua cartolina.
Finito
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COME SCRIVERE UNA LETTERA INFORMALE
ORA PROVA TU
LUOGO, DATA
DESTINATARIO, //
Caro .....................,
come stai? Ti scrivo questa lettera per raccontarti ............................ .
MESSAGGIO
(PARTE INIZIALE)
Quando?
Chi?
Dove?
(SVOLGIMENTO: racconta in ordine cronologico e il più dettagliato possibile).
Cosa è successo ?
(CONCLUSIONE)
Riflessioni, giudizi, considerazioni personali.
FORMULA DI CHIUSURA E SALUTI
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ELEMENTI
DA: MITTENTE
A: DESTINATARIO
L'indirizzo del mittente e quello del destinatario devono comprendere:
NOME - SIMBOLO "CHIOCCIOLA" - DOMINIO - STATO
(esempio: posta.scuola@tiscali.it)
Cc: DESTINATARIO PER CONOSCENZA
Ccn: DESTINATARIO NASCOSTO
OGGETTO: TITOLO MAIL
MESSAGGIO: formula di apertura - testo - formula di congedo - nome mittente (firma)
Ciao maestra!
Come stai? Ti ricordi ancora di me?
E' da tanto che non ti scrivo, così approfitto delle novità nel mio percorso per raccontarti un po' di come stanno andando a me le cose e per chiedere notizie di te.
A casa tutto bene? Il nuovo anno scolastico come sta andando?
Qualche giorno fa, in una bancarella di libri usati, ho trovato un vecchio libro dalla copertina gialla e con una locomotiva disegnata; il titolo blu recitava:"Le avventure di Jim Bottone".
Ecco, a quel punto mi si è accesa una lucina da qualche parte, sulla mia prima infanzia, in cui credo che fossimo nella biblioteca scolastica, noi alunni seduti a terra mentre tu ci stavi leggendo quel libro. Ricordo che aveva la stessa, identica copertina, ma della trama ammetto di ricordare davvero poco, giusto la storia di questo bimbo (perché era un bimbo,vero?) che parte all'avventura con un macchinista.
Appena avrò un attimo, mi sono ripromessa di rileggerlo.
A grandi linee, intanto, ti aggiorno sull'ultimo periodo: a giugno ho fatto questo tanto famigerato "Esame di Maturità..." -rullo di tamburi-...ovviamente è stato molto più "abbordabile" di quanto tutti noi maturandi credessimo. Certo, un certo impegno c'è voluto, ma dopo tanto lavoro in questi anni, siamo stati ripagati!
Quello che mi ha lasciato un'impressione migliore, è stato che, più che le competenze specifiche, ci sia stato chiesto di ragionare, di dare opinioni personali e argomentarle. Ecco, essendo un test di maturità, è certamente quello che ci si aspetterebbe, ma ammetto di aver avuto timore di qualcosa di "peggio", nel senso di una maggiore rigidità didattica da parte della commissione; invece, è passato, e con un buon esito (95/100 : viste le mie tendenze allo studio non proprio rigoroso, non mi lamento affatto; sì,non sono tipo da incatenarmi alla sedia secondo lo stile di Alfieri).
Finito il liceo, bisognava scegliere l'università: ho fatto il test di medicina, perché mi sarebbe piaciuto diventare dottoressa, ma ammetto di non essere particolarmente portata per le materie scientifiche.
Perciò, col senno di poi, il fatto di non aver superato l'accesso, probabilmente non è stato totalmente un male, anche se un velo di amarezza lo ha lasciato comunque.
Indovina che tipo di università ho scelto, dunque?
Lettere moderne!
Sì, lo so che probabilmente oggi non è esattamente la qualifica più richiesta in ambito lavorativo, ma la letteratura, in fin dei conti, è sempre stata il mio mondo: sono cresciuta tra i libri, mi è sempre piaciuto ascoltarti leggere e leggere a mia volta, e nelle materie umanistiche sono sempre andata molto bene (è quasi scontato aggiungere che così è stato per via della mia grande passione per queste ultime).
Così, ora mi trovo a studiare una mole non indifferente di cose che, però, mi piacciono...perciò ho fiducia nel futuro!
Se penso a cosa mi piacerebbe fare un domani, per ora mi viene in mente il mestiere dell' "editor"; so che è un mondo particolare, ed è probabilmente molto difficile accedervi, ma intanto mi pongo questo obiettivo... poi si vedrà!
Aspetto con ansia tue notizie, intanto ti mando un abbraccio forte forte, spero che tutto ti vada bene!
Tua, Barbara
Le emoticon (o smiley, o smile, in italiano faccina) sono riproduzioni stilizzate di quelle principali espressioni facciali umane che esprimono un'emozione (sorriso, broncio, ghigno, ecc.). Vengono utilizzate prevalentemente su Internet e negli SMS (utilizzando la tastiera e prevalentemente la punteggiatura), per aggiungere componenti non-verbali alla comunicazione scritta.
Il nome nasce dall'accostamento delle parole "emotion" e "icon" e sta ad indicare proprio un'icona che esprime emozioni.
CORRISPONDENZA EPISTOLARE
AMICI DI PENNA
PRESENTAZIONE: nome-età-classe e scuola...
BREVE DESCRIZIONE FISICA
ALCUNE INFORMAZIONI SU CASA E FAMIGLIA: città-abitazione-componenti della famiglia (persone e animali)...
SCUOLA :-A che ora ti alzi tutte le mattine per recarti a scuola?
-Come raggiungi la scuola?
-Cosa e cosa della scuola
EXTRASCUOLA: sport-hobby...
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La parola diario deriva dal latino diarium e ha la stessa radice della parola
dies, che significa “giorno”. Un diario, infatti, si scrive quasi
quotidianamente.
Anche il diario come l’autobiografia è un testo soggettivo,
in quanto i pensieri, le esperienze, i problemi dell’autore ne sono al centro.
Come nell’autobiografia, narratore e protagonista
coincidono, tuttavia, a differenza dell’autobiografia,
l’autore non scrive
per un destinatario esterno, ma per se stesso, ciò
è confermato dal fatto che quasi sempre la pubblicazione di questi testi è
postuma, ossia avviene alla morte dell’autore.
Il linguaggio utilizzato è informale, cioè
colloquiale, semplice, a volte le annotazioni sono frammentarie, prive di unità
e organicità, proprio perché il diario personale non è pensato per la lettura da
parte di un pubblico.
I tempi verbali più usati sono:
• il presente per le riflessioni;
• il passato prossimo per le narrazioni perché i
fatti registrati sono accaduti da poco tempo.
Le caratteristiche
formali del diario sono:
• la data,
che si appone in alto a destra;
qualche volta essa è accompagnata dall’indicazione dell’ora
e del luogo;
• l’intestazione,
ossia il nome dell’amico immaginario (DIARIO) a cui ci si rivolge;
• una parte centrale di riflessione o narrazione di
fatti;
• il congedo, cioè i saluti
e, se vogliamo, la firma.
MAPPA
Ma che cosa spinge a scrivere un diario?
Probabilmente il bisogno di guardarsi dentro, di comprendere se stessi, di
fissare nel tempo fatti e riflessioni e soprattutto di comunicare i propri
pensieri a qualcuno (il diario è spesso concepito come un amico immaginario) che
non possa giudicarci per come realmente siamo.
DIARIO DI CLASSE
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