La lettura

L'apprendimento della lettura non consiste solo nella capacità di decodificare i grafemi, seppure tale capacità sia requisito essenziale; saper leggere coinvolge anche diverse competenze di tipo logico-intellettuale: richiede il riconoscimento dei personaggi interagenti, del protagonista, del luogo dove avviene la vicenda, richiede comprensione di tutte le parole e della capacità di inferire il significato di parole non note.

La lettura, quindi, esige competenze complesse e articolate. Se da una parte dobbiamo gratificare il bambino che si impegna nel laborioso sforzo della decodifica, neppure dobbiamo accontentarci di questa; d'altronde sarà l'alunno stesso ad essere felice quando, dall'insieme dei grafemi che compongono la parola e la frase, trae un senso riconosciuto e riconoscibile. Egli è pienamente consapevole di aver compiuto una grande conquista che lo pone in un mondo non più solo infantile; sa perfettamente che tale conquista lo avvicina al mondo adulto e alle sue interazioni comunicative.

La lettura proietta in un mondo non immediatamente percepibile, ma contiguo, spesso sovrapponibile a quello esperenziale del lettore che è costretto a confrontarsi con i suoi vissuti, a riviverli, ad esplorarli da un altro punto di vista.

La lettura esamina:

bulletcontesti diversi;
bulletinterlocutori di vario tipo;
bulletvarietà di scopo;
bulletmolteplicità di testi;
bulletesperienze reali e fantastiche.

 

Se la vicinanza ai vissuti consente ai bambini l’identificazione, la fantasia consente la proiezione: entrambi i meccanismi psicologici agiscono come fattori di identità e di sviluppo, di crescita intellettuale e di elaborazione fantasmatica. Sono meccanismi promotori di una personalità evoluta, positiva, tollerante e creativa, una personalità in grado di apprezzare il simile e di confrontarsi serenamente con esso.

 

 Ben pochi strumenti sono in grado di agire sulla personalità (anche negli strati più profondi) come la lettura; ma la lettura va amata e non c’è altro modo di insegnarla che mostrando noi stessi, insegnanti e genitori, quanto la amiamo, leggendo a voce alta, quotidianamente, ai nostri bambini.

 

Come aiutare i bambini nella lettura ad alta voce? La pedagogista Rossana Colliche da quasi 20 anni lavora con i bambini, fa alcune proposte ai genitori.

1. Fai una torta con tuo figlio. Così esercita la manualità fine

Per prima cosa, occorre fare un salto indietro perché alcune competenze base - necessarie al bambino per leggere (e scrivere) - andrebbero già apprese in età prescolare. “Bisogna prima sviluppare bene la manipolazione fine, l'orientamento spazio-temporale e il senso del tatto che sono alla base di quello che poi si farà a scuola - spiega la pedagogista. Anche fare semplicemente una pizza o una torta, o giocare con la sabbia aiuta moltissimo ad acquisire un buon controllo manuale. E camminare su un tronco, per esempio, è fondamentale per la scrittura.

Non dimentichiamoci che ogni bambino impara giocando, attraverso il movimento”.

Questo aspetto, secondo Rossana Colli, è messo, di frequente, in secondo piano già durante la scuola dell'infanzia. Perché? “Oggi, si punta tantissimo sulle attività di pre-lettura e pre-scrittura nel corso della scuola dell'infanzia. In questo modo, viene privilegiato il pensiero cognitivo - sostiene l'esperta - e non si pensa all'importanza del corpo. Nei primi sette anni, alcuni organi interni sono ancora in fase di formazione, l'energia vitale del bimbo è concentrata su questo: se puntiamo tutto solo sul pensiero, togliamo molta di questa energia. Lo sviluppo organico andrebbe rispettato nei primi sette anni, e questo significa più movimento e apprendimento per imitazione”.

2. Tuo figlio impara imitando. Leggi anche tu ad alta voce

I bambini imparano molto per imitazione - continua la pedagogista - se a casa il genitore legge, il figlio ripeterà, in modo abbastanza spontaneo, almeno il gesto di prendere il libro”.

In modo analogo, anche la scuola primaria dovrebbe offrire 'esempi' e modelli, in questo caso, insegnanti che leggono in classe a voce alta, per motivare all'apprendimento della lettura.

“Nel corso di cinque anni, la maestra diventa un modello, se lei legge a voce alta con piacere, aiuta il bimbo a imparare a fare altrettanto e, al tempo, trasmette quel gusto per la lettura - spiega Rossana Colli. Il bambino è malleabile e curioso e ci sono mille cose che favoriscono il suo incontro con la lettura.

Naturalmente vale anche il caso contrario - mette in guardia la pedagogista - perché il bimbo imita il gesto e anche i sentimenti quando vede un adulto con un libro. Se il genitore (o la maestra), per esempio, si sforza di leggere e non ne ricava nessun piacere, trasmetterà un messaggio di noia”.

Anche se il bambino ha iniziato a leggere da solo, è importante continuare con le letture a voce alta a casa, come un dono. Le mamme non dovrebbero preoccuparsi troppo se il bambino non legge bene - raccomanda Rossana Colli - e rinsaldare il legame affettivo dedicando al figlio il loro tempo e la loro voce durante la lettura”.

3. La prima lettura: la fiaba che ama di più

Per aiutare i più piccoli che frequentano la prima classe a cimentarsi con le prime letture, la motivazione è fondamentale. “In questa fase, il bambino ha un grande piacere di ritrovare una storia che qualcuno ha già letto per lui e con lui... Un racconto, cioè, che la mamma, la nonna o la maestra della scuola dell'infanzia leggeva, molto spesso, ad alta voce. Questo lo motiva molto, portandolo a pensare: 'Questa storia mi ha incantato e ora la leggo io da solo!' - raccomanda la pedagogista.

Questo aspetto, che potrebbe, forse, apparire marginale, non va assolutamente sottovalutato. Lo sostiene nelle pagine del suo ultimo libro anche un esperto di problemi riguardanti la lettura,Ermanno Detti, saggista e scrittore per ragazzi.

“Se a casa il bambino ha conosciuto il gusto di ascoltare la lettura fatta dagli adulti o se gli sono state narrate fiabe e storie, a scuola si impegnerà di più per riscoprire la lettura in prima persona, per riprovare quel gusto già provato (Piccoli lettori crescono, Erickson Edizioni).

4. Le prime letture: testi brevi e tante figure

In generale, è opportuno puntare su testi brevissimi, con illustrazioni grandi e belle: il libro, insomma, deve risultare 'appetibile' e non avere pagine troppo scritte.

In sostanza, in questa fascia d'età sono adatti albi illustrati e racconti molto brevi, secondo l'esperta. È importante ricordare - come sottolinea la scrittrice - anche i tempi reali: “Nel corso del primo anno, i bambini imparano a leggere, ma fino a gennaio riescono a malapena a leggere quello che scrivono. Nella seconda parte dell'anno scolastico, leggono volentieri un pensierino, due righe, che a loro stanno molto a cuore”.

5. Mi racconti che cosa hai fatto oggi di bello?

Un altro valido alleato per migliorare la lettura a voce alta del bambino è abituarlo a raccontare gli episodi più significativi della sua vita quotidiana. “La mamma può aiutare il figlio a perfezionare la sua capacità di leggere ad alta voce attraverso la narrazione – consiglia Rossana Colli.

A fine giornata, il genitore può invitare il bimbo a raccontare gli eventi più belli che ha vissuto, conditi un po', sotto forma, appunto, di racconto orale.

In questo modo, al piacere dell'ascolto, si somma quello di raccontare a propria volta: occorre sempre procedere in modo graduale – rammenta la pedagogista – l'ascolto di una storia è il primo passo e dovrebbe essere vario, ricco e significativo. Poi, il bimbo si impossessa di quella stessa storia e la legge.

6. Rileggete la storia, due, tre volte

Se il bambino fatica a leggere ad alta voce, un testo letto e riletto insieme, lo fa sentire più sicuro e non lo mette in difficoltà. Ecco un altro punto che Rossana Colli ritiene di grande importanza per agevolare i progressi del piccolo scolaro senza causargli (inutile) stress.

“Il bambino riconosce la storia che gli è cara e leggendola a casa, in una dimensione intima, di prossimità anche fisica con la mamma, può sentirsi a suo agio e migliorare.

In ogni caso, non bisogna mai smettere di leggere per i figli, anche quando sono grandi, come dice lo scrittore Daniel Pennac. La lettura ad alta voce è un dono per i figli, - afferma la pedagogista.

Un dono che li può aiutare anche a raggiungere i loro obiettivi scolastici.

7. Scegli una storia avvincente (per lui, non per te)

“Una bella storia è indispensabile, se è banale e stereotipata, certo, non serve a nulla. Anche lo stampatello può essere uno strumento per affinare la lettura ad alta voce se il bambino si sente più a suo agio. Ma dipende molto da cosa ha fatto la sua maestra a scuola, e su questo non c'è una regola sola: c'è chi si sofferma molto sullo stampatello circa fino alla terza classe e poi parte con il corsivo e chi molto meno. Quindi, se il bambino ha ben interiorizzato questo stile (e lo preferisce) è sicuramente un buon modo per aiutarlo a leggere a voce alta”, dice Rossana Colli.

8. Non imporre mai un libro. Se non gli piace, non gli piace

Sulla stessa lunghezza d’onda il primo consiglio della maestra Luisa Staffieri. “In questi giorni sto leggendo per i miei alunni, prendo un certo numero di libri e lascio che li scelgano, in base a quali criteri, non mi riguarda: perché vengono colpiti dai colori della copertina? Perché è un libro del cuore? Perché sono curiosi? Come maestra, io devo solo leggerlo, con tutta la partecipazione possibile, anche quando secondo me non varrebbe una cicca. E credo che per aiutare il proprio bambino a perfezionare la lettura ad alta voce, il genitore dovrebbe fare esattamente lo stesso, a casa”.

9. Crea un senso di aspettativa, di suspence …

“È importante creare il senso di aspettativa, incuriosire, anche quando, a volte non ne varrebbe troppo la pena, secondo l'adulto. Quanti libri mediocri diventano 'imperdibili' per i ragazzini in questa fascia di età. Non è fondamentale solo il capolavoro, la magia suscitata dalla voce del genitore che legge, porta il bambino a desiderare di cimentarsi da solo nella lettura”.

10. Esercizio costante: 10 minuti al giorno

“Dieci minuti al giorno sono davvero il minimo sindacale, un momento della giornata per leggere insieme (ed esrcitarsi), stare vicini, magari tenendo il bambino contro di se. Non importa ‘fare le voci’, come diceva mia figlia. Quello che conta è condividere una situazione piacevole che sarà impressa per sempre. E che donerà dona anche la sicurezza per migliorare la capacità di leggere a voce alta”

11. Alle prime difficoltà controlla l’ansia

Se il bambino mostra qualche difficoltà a leggere ad alta voce nei primi anni della primaria, non c'è bisogno di farsi prendere (subito!) dall'ansia, conclude la pedagogista Rossana Colli.

Fino alla fine della seconda classe, è prematuro parlare di problemi nella lettura, e non spingerei il bimbo a farlo davanti ad altri se si sente a disagio. Quello che occorre è chiedersi se non gli piace leggere in quanto tale o se oppone un rifiuto perché non comprende il testo”.

Capire è il primo passo per superare il problema e agire di conseguenza. E provare e riprovare … come dice lo scrittore Daniel Pennac non bisogna mai perdere la speranza che i bambini leggano da soli.

Leggi anche:

10 consigli per invogliare i bambini alla lettura

Le fiabe stimolano la fantasia

5 consigli per leggere bene ad alta voce