ALLENATI PER AFFRONTARE LE PROVE D'INGRESSO D'ITALIANO
LETTURA INDIVIDUALE E COMPRENSIONE DEL TESTO LETTO
Non perdere la testa
Il mio maestro è uno che non perde quasi mai la testa. Oggi, però, per qualche istante, l'ho visto tremare e preoccuparsi come se fosse un bambino. Erano le dieci e trenta quando una mia compagna, Giulia, ha riunito le bambine in un angolo del corridoio e ha detto: "Guardate e
imparate". Giulia frequenta corsi di danza sin da quando era in braccio a sua madre, probabilmente. E ormai sa fare di tutto: sa fare la spaccata, sa stare a testa in giù, fa giravolte nell’aria come una farfalla.
"Guardate e imparate" ha continuato a dire mentre piroettava davanti ai nostri occhi ammirati. "Guardate e imparate" ha detto infine, prima di cadere e di sbattere la faccia per terra. Quando l'ho aiutata a rialzarsi le usciva un po' di sangue dal naso, ma, soprattutto, si era rotta un dente.
Un incisivo, per la precisione. lo ho subito recuperato il pezzettino che era rimasto per terra. E mentre Giulia piangeva da far pietà, sono corsa dal maestro e gli ho detto: "Giulia si è rotta un dente. Questo è il pezzo che manca. Credo che bisognerà portarla in ospedale". Il maestro è
impallidito, le labbra si sono messe a tremare e io ho pensato: “Accidenti, questa volta sta perdendo la testa”. Ma l’ha recuperata subito. È uscito dall’aula, ha afferrato Giulia per mano, ha mandato un’altra insegnante nella nostra classe e a me ha detto: ”Valentina, vieni con noi". Poco dopo siamo saliti tutti e tre sulla sua auto e siamo andati di corsa all’ospedale. Giulia ha ricominciato a piangere, poi si è soffiata il naso e ha detto al maestro: "Per piacere, non dire a mia madre che stavo facendo le capriole e la spaccata. È capace di non farmi partecipare al saggio di fine anno. E io a quel saggio tengo più che alla mia vita. Poi ha posato la testa sulla mia spalla e ha sospirato: “Che scalogna. Con questo dente spezzato sembrerò Dracula”.
Invece lo è stata solo per poco. I medici hanno incollato il pezzo che io avevo recuperato e, quando la madre di Giulia è arrivata di corsa all’ospedale, Giulia l’ha accolta con un sorriso e le ha detto: "Non è successo nulla di grave".
In realtà, quel dente avrà bisogno di controlli e cure. Ma Giulia non ci
pensa. Lei si preoccupa solo del saggio di fine anno e non la finisce più
di ringraziare sia me, sia il maestro.
(Adattamento da A. Petrosino, A scuola con Valentina, Piemme)
RIFLESSIONE LINGUISTICA
ARTICOLI |
NOMI |
VERBI |
AGGETTIVI QUALIFICATIVI |
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§ Giulia frequenta la scuola primaria.
E.M. = __________________________
§ Per l’intervallo Emiliano mangia sempre una focaccia.
E.M. = __________________________
§ Il maestro scriverà i compitini per lunedì sulla lavagnetta nera.
E.M. = __________________________
PRODUZIONE PERSONALE
Scrivi una lettera ad un amico
spiegandogli COME TI SENTI IN RELAZIONE AL tuo PROSSIMO ritorno a scuola.
ORTOGRAFIA
DETTATO
Nonno Felice
ASCOLTO E COMPRENSIONE
Ascolta la lettura del testo, eseguita da un adulto, prestando molta attenzione; poi esegui la scheda del VERO o FALSO.
STORIA DI UNO SCHIACCIAPATATE TRISTE
Una notte, mentre gli altri dormivano, mi sono alzato per andare in bagno e ho sentito un lamento provenire dal corridoio. Sembrava che qualcuno piangesse.
Di là pero era tutto spento. Facendomi più attento, mi sono accorto che il lamento proveniva da un credenzino della cucina.
Mi sono avvicinato e ho aperto. In mezzo ai coperchi addormentati singhiozzava disperatamente lo schiacciapatate. Le sue lacrime zampillavano dai buchini e sembrava lo spruzzino che usa d'estate mio nonno quando innaffia l’orto. _
"Cos'hai? Stai male?" gli ho chiesto. "Perché piangi?"
"Non ce la faccio più, sono troppo solo..." mi ha risposto soffiandosi il naso.
"Non hai degli amici qui? Ci sono i coperchi e anche quel bel pentolino smaltato di blu, come si chiama... quello che la mia mamma usa per preparare il pure. Non siete amici?"
“Prima sì, ma adesso che è arrivata la nuova batteria da cucina gli altri non ci sono più, li hanno messi in cantina. Ho provato a fare amicizia, ma questi nuovi sono così duri e freddi!"
"Per forza" gli ho detto "sono d'acciaio! Dei vecchi non è rimasto nessuno? Neanche il bollitore giallo con le margherite?"
”Era qui fino alla settimana scorsa, poi l’hanno dimenticato sul fuoco: scottatura di primo grado! Adesso è di là in infermeria, l’hanno messo in ammollo... Chissà se tornerà...!"
”Senti" gli ho detto "perché non provi a farti cambiare credenzino? Potresti conoscere qualche nuovo amico. Non piangere! Non sei contento di parlare con me?"
”Certo, Federico, pero tu sei un bambino... un essere umano, voglio dire. Se tu fossi una pentola, sarebbe meraviglioso!"
A me veramente non piacerebbe affatto essere una pentola, ma ho taciuto per non fargli troppo dispiacere.
"Poi... non è solo per questo..." ·
"Per che cosa? Perché non sono una pentola?"
"No... volevo dire… insomma... che sono innamorato...!"
E nel dirmi questo e diventato rosso incandescente.
"Sei innamorato di chi? Posso saperlo?"
"Non credo che tu la conosca. Quando la tua mamma è venuta a comprarmi nel
negozio di casalinghi, speravo che prendesse anche lei, invece niente..."
"Ti sei innamorato di una scodella?"
"Ma no, Federico!" si è messo a ridere lui. "Si chiama Ambrosina ed è la caffettiera più bella del mondo!"
Parla e parla, finalmente si è addormentato.
Il giorno dopo ho detto a zia Betti che volevo fare un regalo alla mamma e sono tornato a casa con un pacchetto. Dentro c’era Ambrosina.
Nei credenzini è stata data una grande festa!
Avevano invitato anche me, però ho dovuto rinunciare perché... perché sono troppo stretti e io non ci passavo!
N. Bellini, Il mondo di Federico, Raffaello