Unità di apprendimento: L A F O G L I A
LA FOGLIA
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ASCOLTARE
Un’ora e mezza in compagnia di Alessandra e Gianluca.
Riuniti in aula magna abbiamo assistito alla narrazione di tre storie:
“Elicò e la foglia selvaggia”,
“Rosmarina”,
“La figlia dell’albero”.
In questa circostanza le potenzialità espressive delle parole sono state rafforzate dall’utilizzo di suoni e d’immagini, tutto sapientemente curato da Alessandra Baschieri e Gianluca Magnani (Cooperativa Equilibri), che hanno saputo favorire la partecipazione emotiva dei bambini tramite il loro coinvolgimento attivo ed emotivo e lo scambio di conoscenze ed intenzioni.
Nel corso dell'incontro, infatti, i narratori-artisti hanno dato spazio all'espressività, all'immaginazione e alla fantasia, alimentandole attraverso l’utilizzo, come detto prima, di altri linguaggi, quali quello della musica dal vivo (Gianluca ha supportato la narrazione e i vari momenti salienti delle storie utilizzando diversi strumenti: lo jambè, la tastiera, la chitarra, piccole percussioni...) e quello delle immagini, che venivano proiettate una dopo l’altra su una sorta di schermo biancastro ideato dagli esperti (ricordava vagamente una televisione).
Un’esperienza davvero suggestiva alla quale è seguita in classe una discussione altrettanto coinvolgente.
PARLARE
Condividiamo con gli altri le nostre emozioni.
Ritornati in classe,i bambini a turno hanno espresso liberamente le loro opinioni e riflessioni: cosa è piaciuto di più e cosa meno, in quali momenti hanno provato più tensione e paura, quando, invece, hanno gioito e si sono sentiti felici perché le cose si mettevano al meglio...
Il giorno dopo l’interessante esperienza è stata ripresa cercando di ricordare le tre storie e di raccontarle alla maestra di matematica, che non era stata presente all’incontro.
Prima dei racconti, i bambini sono stati guidati nel fornire un quadro generale dell’esperienza, descrivendo anche l’ambiente in cui si è svolta (aula magna) e i due esperti che si sono incontrati (come si chiamavano, che aspetto avevano, quali strumenti utilizzavano...).
SCRIVERE
A noi è piaciuta di più...
Dopo l’esposizione orale collettiva delle tre storie, ne è stata scelta una a maggioranza e poi riportata per iscritto sul quaderno, suddividendola in maxi-sequenze, poi anche illustrate
LEGGERE
La natura intorno a noi ci viene raccontata in vari modi e forme.
Visto che i racconti ascoltati mettevano in risalto la natura e gli alberi, sono nate spontaneamente riflessioni relative alle foglie, ai colori di questo periodo dell’anno, alle stagioni... portando i bambini a ricercare e a leggere libri che trattassero questi argomenti sia da un punto di vista puramente descrittivo/scientifico che da quello più piacevolmente narrativo (es. “Storia di un ciliegio” di Luigi Dal Cin, “Bandiera” di Mario Lodi).
Parlare di stagioni significa anche prestare attenzione alla dimensione sonora dell’ambiente in cui si vive.
I suoni, i rumori e i silenzi ci parlano, a loro modo, degli eventi e dei fenomeni stagionali. Significativi, oltre all’ascolto ed all’identificazione delle diverse sorgenti sonore, sono stati i canti e le filastrocche a tema (canto “AUTUNNO”: accompagnato con la chitarra, a cappella, a più voci, mimato...; filastrocca “SIAMO IN AUTUNNO”: ritmata collettivamente, a gruppi, a canone, con ostinato...;).
È stato fatto presente che nel tempo passato c’è stato chi ha “parlato” delle stagioni utilizzando solo le note e che oggi la sua musica è conosciuta a livello mondiale.
Ecco che, partendo dall’ascolto dei tre motivi che compongono “L’autunno” di Antonio Vivaldi (allegro, adagio molto, allegro), si è iniziato un percorso che da una parte ha avviato i bambini ad un ascolto consapevole e sensibile della musica classica e sinfonica, e che dall’altra ha cercato di far vivere attivamente la dimensione sonora, facendo intervenire e partecipare i ragazzini nel fare essi stessi musica.
Il lavoro sull’autunno di lingua italiana, storia e geografia (il tempo ed il suo trascorrere, le caratterizzazioni stagionali, le trasformazioni dell’ambiente naturale ed artificiale conseguenti il mutamento del clima...) è stato supportato da un percorso d’arte centrato sulle piante e principalmente sulle foglie.
Per le sue caratteristiche formali, la foglia è praticamente la "carta di identità" dell'albero. Infatti, con la sua forma, il suo contorno, le nervature e lo spessore, essa ci fornisce precise indicazioni sull'albero che vogliamo identificare. Attraverso le foglie, l'albero, con le sue radici saldamente piantate nella terra e le sue fronde rivolte verso il cielo, compie l'alchimia della trasformazione dell'anidride carbonica in ossigeno, importantissima funzione per la vita di tutti gli esseri sulla Terra (scienze).
La natura inoltre c’insegna che l'albero è una creatura vivente, che come noi nasce, si nutre, cresce e muore, alla quale bisogna portare rispetto come a qualsiasi altro essere vivente (educazione alla convivenza civile).
I bambini in un primissimo momento, autonomamente a casa, hanno raccolto foglie di forme e dimensioni differenti. Portate a scuola, sono state osservate e confrontate. Alcuni bambini hanno voluto ricercare tra le foglie quelle menzionate nelle storie raccontate da Alessandra Baschieri: ecco dunque che la foglia di magnolia, bella spessa ed allungata, è diventata la foglia del sogno di Elicò, mentre quelle dalla forma un po’ bizzarra sono state riconosciute come quelle appartenenti alla quercia, proprio come lo era il papà albero. Per la fiaba di Rosmarina, addirittura, è stata portata in classe un’intera pianta di rosmarino, che è stata subito messa in vaso ad abbellire e profumare l’aula.
Servendoci, poi, di tutte le foglie, i bambini hanno realizzato cartelloni informativi e foglie di carta con la tecnica del frottage.
L’attenzione poi è stata fissata sul discorso del tratto e delle linee, delle figure e degli sfondi. A questo proposito, con l’utilizzo di normalissimi bottoni, gli alunni hanno realizzato un’opera nella quale erano liberi di riflettere ed esprimersi attraverso la composizione di linee e forme, definendo o meno figure, ricoprendo spazi e sfondi (“BUTTON-ART”).
Di seguito è avvenuta una discussione ed una serie di attività sui colori primari e secondari, caldi e freddi... per giungere infine a focalizzare quelli più propriamente dell’autunno.
Attraverso l’osservazione del mondo circostante (grazie anche ad alcune uscite in ambiente), la consultazione di libri illustrati e la lettura di qualche stralcio preso da testi squisitamente descrittivi i bambini hanno fatto esperienza dei colori dell’autunno che poi hanno fatto rivivere, ognuno secondo la propria sensibilità, nei loro disegni e nelle loro opere.
ARTE, MA NON SOLO
Alla prima uscita in ambiente (abbiamo visitato la proprietà di una fattoria sita nella campagna di Spezzano) si è collegato il laboratorio di manipolazione della creta, curato da Claudia Laura Ferrari (Materia Prima).
Il laboratorio di manipolazione della creta ha offerto ai bambini l'opportunità di avvicinarsi in modo semplice e diretto al "fare artistico”, di coniugare progettazione ed esecuzione, di impegnare le mani per fare e la mente per osservare e orientare l'attività in sequenze, in procedure tese alla realizzazione di manufatti.
Attraverso il fare, il manipolare materiali desunti dalla natura (terra) e dalla cultura (smalti, colori, strumenti), i bambini sono entrati in contatto con le loro proprie percezioni sensoriali (tattili e visive), con i propri sentimenti ed emozioni, con la fantasia e l’immaginazione.
Un'esperienza empirica che ha condotto i bambini a scoprire le leggi fisiche a cui è sottoposta la materia, gli elementi che la compongono, i passaggi che portano l'argilla ad assumere forme diverse.
L'arte antica di modellare, il bisogno profondo di lasciare tracce e segni ci ha rimandato anche ad una lettura antropologica e simbolica della lavorazione e del ciclo dell'argilla, all'insegna del rapporto creativo tra uomo e materia, un legame profondo che da sempre unisce l'uomo alla terra.
Il laboratorio, condotto dalla maestra ceramista, si è articolato in cinque incontri, che si sono svolti presso il Laboratorio della Ceramica che ha sede al Centro Museale della Ceramica (Castello di Spezzano).
Il suddetto laboratorio, essendo una struttura permanente e specificatamente organizzata, ha offerto uno spazio fisico e un contesto pieno d’atmosfera che hanno permesso a tutti i bambini di essere maggiormente coinvolti e partecipi all'acquisizione delle abilità manuali e cognitive richieste.
FASI DI LAVORO
1. Il percorso manipolativo ha preso avvio da un'esperienza naturalistica, consistente nella raccolta diretta di foglie e nella loro osservazione, seguita dalla realizzazione in laboratorio di formelle con l’utilizzo della tecniche dell’impronta.
L'osservazione della foglia e della relativa impronta sull’argilla è diventata un'esperienza ricca di stimoli e sollecitazioni per gli alunni che, nel loro apprendere, hanno incontrato discipline, seppure in forma di approccio, che immancabilmente s’intrecciano tra di loro: arte, botanica, ecologia...
2. Il secondo incontro è iniziato con l’osservazione del risultato delle formelle essiccate (contenenti l’impronta delle foglie), ma non ancora cotte, realizzate la volta prima.
Utilizzando, poi, la tecnica del graffito i bambini, su una formella preparata dalla maestra ceramista, hanno disegnato il contorno di un’altra foglia, questa volta però di carta (ogni bambino aveva una foglia con forma differente da quella dei compagni).
A memoria, con un pezzetto di argilla, i bambini hanno poi manipolato la materia, plasmando foglie e aiutandosi con stecchini di legno per realizzare le nervature.
3. Applicando la tecnica del colombino (cordoncino) si sono realizzate forme di foglie su formelle preparate stavolta dai bambini stessi, stendendo l’ammasso di argilla con un piccolo matterello di legno.
4. Sono state preparate sottili lastre d’argilla e ritagliate con stecchini di legno foglie in forme libere che, una volta cotte, sono state inserite in un pannello conclusivo a documentazione dell’attività artistica svolta (pannello di dimensioni 50 x 70 c/a da collocare all'interno della scuola).
5. Nell’ultimo incontro la maestra ceramista ha informato gli alunni sulle tecniche pittoriche che possono essere applicate sui manufatti: a pennello, a spugna ed altro. Dopo la presentazione degli smalti ceramici e delle loro caratteristiche, quali le tecniche di applicazione, la natura dei materiali e l'origine delle materie prime si è proceduto alla smaltatura e/o decorazione. Infine sono state date informazioni tecniche relative alla cottura(temperatura, essicazione, collocazione nel forno etc.) che è stata però realizzata concretamente in separata sede dall’esperta.
OBIETTIVI LABORATORIO DI CERAMICA
. educare all'ascolto
. sollecitare l'osservazione della natura
. favorire la coordinazione occhio-mano
. educare all'armonia estetica e compositiva
. valorizzare le osservazioni e le intuizioni del bambino
. stimolare i cinque sensi ed educarli a collaborare
. applicare modalità specifiche della tecnica ceramica per acquisire abilità e
competenze utili alla realizzazione di un manufatto
. suscitare nel bambino lo slancio creativo tramite la manipolazione della creta,materiale particolarmente confacente a questo scopo
. dare indicazioni sui passaggi volti a tradurre un progetto in realizzazione concreta
. sostenere il bambino nel percepire i propri limiti non come mortificanti ma come passaggio evolutivo nell'acquisizione di esperienza ( fare, disfare, rifare)
. considerare l'importanza del percorso più del risultato formale
RIFLESSIONI CONCLUSIVE SUL LABORATORIO DI CERAMICA
L’osservazione della natura e la manipolazione della materia hanno interagito continuamente consentendo al bambino di acquisire consapevolezza dei processi e degli apprendimenti in maniera approfondita e di realizzare un'esperienza nuova e stimolante attraverso osservazioni dirette, formulazioni d’ipotesi, verifiche e confronti.
TATTO ed ESPRESSIVITA' sono stati i punti chiave del laboratorio.I bambini, attraverso il tatto, hanno conosciuto un materiale che hanno poi trasformato con pressioni manipolative, scoprendone in primo luogo le straordinarie potenzialità. Il processo di trasformazione della materia è un importante luogo di formazione e apprendimento, poiché mette in moto le intelligenze multiple, in particolare quella spaziale e quella corporeo-cinestetica. Il laboratorio ha cercato infatti di recuperare il divario fra mentale e fisico, considerando l'oggetto creato con l'argilla, la manifestazione di un processo e di un percorso della mente e delle mani.
La manipolazione della creta ha prodotto piacevoli sensazioni, ed essendo un materiale plastico, cedevole, che si lascia facilmente trasformare attraverso pressioni, schiacciamenti, arrotolamenti, pizzichi, graffi, solchi..., ha condotto i bambini alla gratificante creazione di forme, all'inizio, spontanee, poi sempre più intenzionali.
Il bambino si è realmente e fortemente percepito nel contatto: giocando e creando ha interpretato continuamente la realtà presente nelle sue esperienze, esplorando il mondo delle emozioni ed esprimendosi nella forma prima, quella non-verbale. Considerando le mani come espansioni del mondo interiore, gli alunni hanno tentato di esprimere emozioni e sensazioni nella concentrazione tutta particolare che è tipica della dimensione ludica ed espressiva e qui l’interiorità dei bambini si è manifestata in traccia visibile in ogni più piccolo gesto creativo.